Sichuan 2011

Non è un segreto, non sopporto i cinesi. Sono troppi e maleducati. Totalmente insensibili al prossimo. Tutte le volte che vado in
Cina mi sforzo di non generalizzare. Mi sforzo di trovare un cinese gentile e simpatico che mi faccia cambiare idea. Ma tutte le
volte che lo trovo come per magia scopro che non è cinese... ma Tibetano, Uiguro o di qualche altra etnia oppressa dai cinesi.
A questo punto la domanda è lecita: perchè non eviti la Cina? Perché la Cina è una terra piena di bellezza naturali uniche come il
parco di Jiuzhaigou con le sue acque turchesi. Mi viene però il dubbio che un posto così assurdo come colori e ambiente non sia
stato creato su misura per il turismo così come lo sono le centinaia di nuovi palazzoni per turisti costruiti appena fuori dal
parco o il finto villaggio tibetano che sembra un luna-park. Per fortuna i turisti cinesi, nonostante siano tantissimi, sono
addirittura più pigri dei turisti occidentali. Girano solo in autobus e si fermano nei view-point, si fanno la triste fotografia
vestiti di improbabili vestiti tipici e risalgono sul pullman lasciandoci in beata solitudine a  godere di tanta bellezza.
Il cinese fiuta sempre l’affare e il turismo è sicuramente un modo facile per fare soldi. Ogni modo per attrarre i turisti è lecito.
Anche ricostruire quei templi buddisti che fino a pochi anni fa distruggevano o fare i paladini ambientalisti per salvare i pochi
panda rimasti. Pochi perché sterminati fino a venti anni fa dagli stessi cinesi che adesso li costringono dentro frigoriferi con i
vetri per non farli morire nel caldo umido di Chengdu, dove migliaia di turisti accalcati fanno la coda per guardarli e per
abbracciarli (all’economico costo di 150 euro per 10 minuti). Ma nonostante tutto, non riesco a non rimanere basito davanti al
panda, l’animale più dolce che abbia mai visto.
Un’altra cosa che mi è difficile da capire è come un popolo a volte rozzo come i cinesi, che sputacchiano per terra ogni mezzo
metro, siano capaci di una cucina così raffinata e varia, molto diversa da quella che si può trovare qui in Italia, piena di unto e
di fritto. In fondo mi viene da pensare che il problema dei cinesi è che sono troppo fitti e che la loro arroganza e il loro
menefreghismo verso il prossimo siano una sorta di corazza per sopravvivere ad un’urbanizzazione che li ha costretti a vivere
compressi come sardine. Dopo un mese in Cina, quando salgo sull’aereo per tornare in Europa mi dico sempre che quella sarà l’ultima
volta ma dentro di me sono sicuro che tornerò...